il Venerdì _ 05

Io, non so bene come andrà, ma questo 2019 non è che all’inizio e già lo amo. Un colpo di fulmine, il nostro, che chissà, magari si rivelerà presto un fuoco di paglia, ma per ora son qui che me la godo.
L’anno infatti è iniziato nel modo giusto, andando al sodo, ché questo è un anno che non le manda mica a dire. Agisce, ecco cosa, e mentre lo fa, elargisce insegnamenti.

Questa settimana ho ricevuto il primo. O forse dovrei dire ‘ne ho fatto le spese’?
Già, perché per ricordarmi quanto sia importante ascoltare, da un giorno all’altro m’ha fatto andar via la voce. Lunedì sera parlavo, mentre la mattina dopo… Niente. Nada. Nisba. Voce non pervenuta.

Detto così, potrebbe sembrare una robina da niente, ma provate voi a stare nove ore al pubblico con la voce che pare quella d’un gatto stretto all’uscio, con i pazienti che schizzano da una parte all’altra dello studio e il telefono che squilla a diritto. Io, poi, che a lavoro non starei ferma un attimo. Figuriamoci zitta…

Il momento peggiore ha coinciso con la metà della settimana. Mercoledì, infatti, son capitati in studio tutti quelli che non dovevano capitare. Gino, ad esempio, settant’anni e passa sordo come una campana, che dico io, ma la capsula si doveva decementare proprio questa settimana?
Be’, a quanto pare si, e allora via.

Gino per oggi sono 35 euro.
Quanto?
35.
135???
Sgrana gli occhi.
No, 35…
Non capisco, dice sempre più confuso.
Ehhh, grazie al ca… no, questo non glielo dico, però lo penso, si, mentre ormai son lì che gli rido in faccia, ché io tutto questo disagio era da un bel po’ che non me lo sentivo addosso.

Di disagio, però, ne ho visto tanto anche negli altri. Ché non sembra, ma a star zitti il mondo pare amplificarsi. Si sentono un sacco di cose in più: belle, brutte e disagevoli, appunto.
Come quella paziente che ha l’abitudine di bucare gli appuntamenti e pagare le cure dopo i fochi, ma l’altro giorno se n’è venuta fuori con un ‘Come mai tutto questo ritardo oggi?‘, che dico io… dico ioooo……. anzi no, guarda, non dico, ché oggi non ho voce. E menomale.

Ma il mondo, si sa, per restare in equilibrio si nutre di contrasti. E per una persona così, ce n’è un’altra che sebbene sia la prima volta che mi vede, dice: Tranquilla tranquilla, tanto parlo io.

Ed è un tale sollievo che nel mondo ci sia anche questo. Intendo persone gentili, che ti sollevano dai pensieri, dalla laringite, e lo fanno con ciò che hanno. Chi una parola, chi una risata e chi invece, si fruga in tasca e tira fuori tre caramelle: Tieni bellina, tieni, che ieri ‘un t’ho mica visto tanto bene.

Che dire?
Bene non mi ci vedevo neanch’io, ma quella signora la ringrazio, ché se oggi finalmente riesco a mettere insieme due parole, be’, il merito va un po’ anche a lei.

Autore: l_iRe

Segretaria di giorno, di notte scrivo. A trent'anni ho una doppia vita e a tratti ne azzardo una terza, tra amici, sogni, smarrimenti e amore... finché dura.

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