Marrakech, 18 febbraio

In viaggio alla scoperta del Marocco

Io, sono arrivata a pensare che più che un vizio, ‘sta storia dello zaino sia un vero e proprio destino.
Sarà che non sempre la casa da cui esco al mattino è quella in cui torno la sera; o forse sarà che di fronte ai repentini cambi di programma che questa vita ci riserva, in qualche modo bisogna farsi trovar pronti, e così, gira e rigira, va a finire che lo zaino ce l’ho sempre in spalla.

Certo, i miei zaini non son mica tutti uguali. Ci son quelli da un giorno e via e poi c’è quello per le occasioni importanti, quello tinto d’azzurro, ma che se solo potesse parlare, di colori da raccontare ne avrebbe una bella manciata.

Era da un po’ che non lo mettevo in spalla, quello zaino lì, tanto che temevo quasi di non esserne più capace. E invece, be’, ho scoperto che mettersi lo zaino è come andare in bicicletta: una volta che hai imparato, non lo dimentichi più. Diventa parte di te, qualcosa che ti vien fuori in un modo così naturale da darti l’impressione di appartenerti da sempre.

È un po’ la stessa cosa che provo quando penso al bel casino che ho di fronte, che adesso mi sorride, intento com’è a scaricare l’App di una bussola. Non sa che mentre ricambio quel sorriso, son qui a scrivere di noi e di quanto sia bello, nella vita, aver accanto un casino come lui. Con o senza bussola.

Anche lui è un tipo da zaino in spalla, perché come accade a me, anche nel suo caso, la casa da dove esce al mattino non sempre è la stessa in cui rientra a sera.
È una cosa che negli ultimi tempi accade sempre più spesso e detto tra noi, non è niente male. Quel che conta alla fine del giorno, infatti, è ritrovarsi, e poco importa dove.

Allora, visto che con questa storia dello svegliarci un giorno qua e un altro là ci abbiam preso gusto, ci siamo detti: perché non facciamo un viaggio? Ché almeno, oltre a svegliarci ogni mattina chissà dove, finiamo anche per passare le giornate insieme. Un’idea che ci piace ancora di più. Così, quasi senza accorgercene, siamo arrivati fin qui, nel cuore pulsante di questa città, che anche se ormai è più di mezzanotte non sembra affatto intenzionata a dormire.

Noi invece crolliamo, ché siamo in viaggio da ore e s’è fatta una certa.
A domani Marrakech.
Sarà bello svegliarsi qui, insieme.

Autore: l_iRe

Segretaria di giorno, di notte scrivo. A trent'anni ho una doppia vita e a tratti ne azzardo una terza, tra amici, sogni, smarrimenti e amore... finché dura.

4 pensieri riguardo “Marrakech, 18 febbraio”

  1. Stupendo Irene, non vedo l’ora di ricevere il tuo “In viaggio con me stessa”, ora più che mai c’è bisogno di viaggiare con la testa, sperando di poter tornare a vedere nuovi posti molto presto

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