La terra di quest’isola ha il colore della ruggine. Ma non solo.
A nord, ad esempio, la natura regala distese di lava scura e verdi licheni. È un contrasto meraviglioso, che ci ha sorpresi mentre lasciavamo alle nostre spalle l’estremo sud per raggiungere Órzola, il punto più settentrionale di Lanzarote.
La natura da queste parti è la padrona indiscussa e non perde occasione per ricordarlo ai visitatori, con rapidi e drastici cambiamenti d’abito.
Ma anche in questo continuo divenire c’è una costante: i cactus.
Che spuntano in ogni dove. Alti e slanciati verso il cielo, rotondi e ben piantati a terra, ricchi di spine o di fiori, verdi, bianchi… Insomma, ce ne sono per tutti i gusti.
Oltre allo stupore, il loro effetto su di me è quello di spingermi a continue deviazioni, che oltre ad allungare il percorso talvolta fanno perdere di vista la meta. È un po’ la storia della mia vita, sarà per questo che mi viene così bene.
Francesco, al solito, mi segue nel mio vagare. Mi chiedo se a prevalere in lui sia più l’entusiasmo o la rassegnazione. Ma smetto di chiedermelo subito, perché dopo anni e anni di pratica una cosa sento di poterla dire: anche le divagazioni fini a se stesse possono avere grandi pregi. Uno tra tutti, quello di riempire gli occhi e il cuore di assoluta bellezza.