A volte mi chiedo da quanto tempo è che siamo in viaggio, io e lui, ché da quando abbiam messo gli zaini in spalla son passati appena dieci giorni, ma a me, oh, pare un’eternità.
In effetti, insieme abbiam visto e assaporato così tanti luoghi; incrociato così tanti sguardi, che questi dieci giorni si son dilatati, diventando molti di più.
Ma la fine, ahimè, è arrivata anche a questo giro e così, oggi abbiamo detto ciao a Capo Verde, con un ultimo bagno in questo mare stupendo, tinto di un azzurro talmente azzurro, che finché non ci sei dentro, oh, non ci puoi mica credere che al mondo esiste un mare così. Un po’ come il sole, che da queste parti è una grande palla che dispensa baci in ogni dove. Stamani ci ha stretto a sé e ne ha dato qualcuno anche a noi, ché mica poteva davvero farci tornare a casa più bianchi di prima.
Di colori, comunque, queste isole ci han riempito non solo il corpo, ma anche l’anima. Ovunque, infatti, ne abbiam visti di così brillanti e diversi, da perderne davvero il conto, mentre intanto nell’aria soffiavano vento e musica.
Una musica che sa di saudade e allegria, di donne fiere e uomini operosi. Ma soprattutto di bambini, ché corrono liberi, per le strade o in riva al mare, diffondendo qua e là risate di cuore, a perdifiato, su cui vorrei che il sole non scendesse mai.
Per noi due, be’, desidero un po’ la stessa cosa, che i nostri sguardi possano continuare a perdersi insieme chissà dove, in silenzio o immersi nel caos, ché se una cosa della vita l’ho capita, è che niente è più prezioso di un buon compagno di viaggio.